CAPIRE LA BOSNIA

 

PREMESSA

 

  La Bosnia è un paese che si affaccia come l’Italia sull’Adriatico .Troppo vicino a noi perché quanto avviene dall’altra parte del mare non ci riguardi un po’ tutti. Per rendere  chiara il più possibile   la situazione in questo lembo di terra chiamata Bosnia Erzegovina , dove ho passato quasi un anno della mia vita, ho ritenuto di articolare la mia esposizione secondo quanto riportato in lastrina. (1)

 Darò in pratica dei brevi cenni su:

lineamenti geografici ;

cenni storici;

strutture amministrative;

organi legislativi;

potere esecutivo; (2)

partiti politici e situazione politica;

situazione economica;

situazione militare;

mi soffermerò sull’emigrazione clandestina in Bosnia che ritengo possa essere di interesse,  prima di concludere con alcune considerazioni personali.

 

Il Cancelliere Bismark diceva “E’ la Geografia che regola la Storia”. E’ da queste due fonti primarie che occorre quindi  partire per comprendere meglio  la Bosnia oggi.

 

ELEMENTI GEOGRAFICI(3)

 

La Bosnia Erzegovina ha una superficie di   51.142 Km²   (pari a circa il doppio della Sicilia 25.708 Km2 ) ed una popolazione di circa 4.484.000 abitanti con una densità di 88 ab/km2 .  Confina per buona parte a nord ed ad ovest  con la Croazia  mentre ad est il confine è condiviso con la Serbia ed il Montenegro.

La regione è caratterizzata dal complesso delle alpi Dinariche  che solcate dai principali fiumi  si presenta sotto forma di  tre grandi catene montuose (con molti sistemi montuosi anche oltre i 2000 metri) (4) con andamento nord-ovest  sud – est e costituiscono  un grosso baluardo ai movimenti  dalla costa croata  verso l’interno . (5) Il grande solco costituito dalla Bosna a Nord e dalla Neretva a sud  taglia con andamento nord –sud l’insieme montuoso offrendo l’unico grande solco di penetrazione verso la grande pianura del nord della Bosnia bagnata dalla Sava . Le caratteristiche morfologiche differenziano la parte meridionale dominata da un ambiente prevalentemente carsico (6)  ed un clima prevalentemente mediterraneo ma con estati notevolmente calde, dalle zone più pianeggianti e verdeggianti della parte settentrionale ed orientale della Bosnia, caratterizzate da un clima tipicamente continentale.

 

 

LA STORIA

 

I BALCANI  HANNO SEMPRE CONDIZIONATO LA  STORIA DELL’EUROPA E SPESSO CON  RICADUTE ANCHE IN CAMPO INTERNAZIONALE .

LA PENISOLA, CROCEVIA FRA EST ED OVEST E  NATURALE “ARMORTIZZATORE” DI  CULTURE DIAMETRALMENTE OPPOSTE, (7)   HA OSPITATO NEI SECOLI LA SOVRAPPOSIZIONE  DI EVENTI DI SOSTANZIALE CONTENUTO POLITICO E SOCIALE CON IL COINVOLGIMENTO DI POPOLAZIONI MULTIETNICHE CON  GRANDI TRADIZIONI STORICHE E CULTURALI, RIAFFERMANDO CICLICAMENTE ANACRONISTICI  NAZIONALISMI E RIVENDICAZIONI  ETNICHE .

LA STORIA DEI BALCANI NON È DELLE  PIÙ LIMPIDE  IN QUANTO INFARCITA  DA  DEPORTAZIONI, DA SOVRAPPOSIZIONE DI ETNIE E DALLA NEGAZIONE DEI DIRITTI UMANI , IN CUI OGNI “MOMENTO STORICO” HA RAPPRESENTATO  PER LE ENTITÀ ETNICHE UN'OPPORTUNITÀ DI RISCATTARE LE “ANGHERIE DEL PASSATO” CON L'USO DELLE ARMI. (8)

UNA DIASPORA CHE NEL TEMPO NON SI È MAI FERMATA, MA SOLO APPARENTEMENTE ATTENUATA ALLA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE, QUANDO  LA GESTIONE POLITICA DI TITO ERA RIUSCITA,  DI FATTO , AD ASSICURARE UN  EQUILIBRIO, ANCHE SE MODESTO ,  NEI  BALCANI    .

DOPO LA MORTE DI TITO, INFATTI,  IN QUELLA  FEDERAZIONE DI STATI  CHE ERA STATA LA JUGOSLAVIA ED IN CUI ETNIE DIVERSE AVEVANO CONVISSUTO, LAVORATO ED OPERATO PER UNO SCOPO COMUNE , SONO RAPIDAMENTE RIEMERSE LE RIVENDICAZIONI DI PARTE, I NAZIONALISMI E I PREGIUDIZI ETNICI, CHE HANNO PROVOCATO IL RIPETERSI DELLA NEMESI STORICA DEI BALCANI. (9)

GLI  STATI FEDERATIVI, UNA VOLTA RIUNITI SOTTO UN’UNICA BANDIERA, HANNO “RISPOLVERATO” ANTICHE ASPIRAZIONI DI AUTONOMIA ESPRIMENDO, IN MANIERA CRUENTA,  LA VOLONTÀ DI COSTITUIRE  STRUTTURE NAZIONALI AUTONOME,  CONCENTRATE IN AREE  DETERMINATE E CONTRADDISTINTE DA CHIARA E NETTA COLLOCAZIONE ETNICA, RELIGIOSA E CULTURALE .

IL PROCESSO DI TRASFORMAZIONE, INIZIATO AGLI INIZI DEGLI ANNI '90, HA SUBITO UNA SOSTANZIALE ACCELERAZIONE CON IL RICONOSCIMENTO - FORSE TROPPO AFFRETTATO - DEI NUOVI CONFINI POLITICI DA PARTE DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE, LIMITI MOLTO SPESSO CONCORDATI ED INDIVIDUATI SOLO  AI TAVOLI DELLE TRATTATIVE MA  NON CONDIVISI DALLE ETNIE .

DELIMITAZIONI GEO - POLITICHE CHE IN MOLTI CASI  HANNO PREVARICATO OGNI MINIMA ASPETTATIVA, COME  AVVENUTO NEL 1996 DOPO DAYTON QUANDO PERCORRENDO LA BOSNIA ERZEGOVINA  PER RIPORTARE  SUL TERRENO LA LINEA DI CONFINE SEGNATA   SULLA CARTA TOPOGRAFICA , CI SI DOVEVA  FERMARE DI FRONTE AD UNA CASA,  AD UN ORTO  CHE DA SECOLI ERANO STATI DI  UNA FAMIGLIA.

RIPORTANDO, INFATTI, IL CONFINE SUL TERRENO SAREBBE STATA DIVISA LA PROPRIETÀ IN DUE : UNA PARTE IN TERRITORIO BOSNIACO L'ALTRA IN QUELLO SERBO .

LO SMARRIMENTO  CHE IN QUELLE CIRCOSTANZE PALESAVA L’AGRICOLTORE DEI SOBBORGHI DI SARAJEVO ERA ANALOGO  A QUELLO CHE PIÙ DI CINQUANTA ANNI PRIMA ERA STATO LETTO NELLO SGUARDO DELL'ITALIANO DI GORIZIA,  QUANDO SI ACCORGEVA CHE L'APPLICAZIONE DEI TRATTATI DI PACE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE LO AVREBBERO COSTRETTO A SOGGIORNARE IN ITALIA ED HA COLTIVARE IL PROPRIO ORTO A NOVA GORIZA IN JUGOSLAVIA .

LA "CONTRADDIZIONE BALCANICA" SI RIPETE ; IL PASSATO DI GUERRA E DI SOFFERENZA SI RIPRESENTA CICLICAMENTE(10)  ED ALIMENTA I RICORDI DEI VECCHI CHE TRAMANDANO UNA VITA DA PROFUGHI, DI SOTTOMISSIONI ED INVASIONI E CHE INDUCE NEI GIOVANI UN PROFONDO SENSO DI RIBELLIONE E VENDETTA.

 SENTIMENTI - ANCORA UNA VOLTA -  DESTINATI A COMPROMETTERE NEL "VECCHIO CONTINENTE" UN GLOBALE  PROCESSO DI STABILITÀ POLITICA, ECONOMICA E SOCIALE .

 

IL PERIODO ILLIRICO(11)  

Si ritiene che gli Illiri, un gruppo di tribù - discendenti probabilmente dai primi immigranti Ariani -  che parlava una lingua simile al moderno Albanese, siano stati i primi abitanti conosciuti della Bosnia e la più antica razza nel sud – est Europa.

I romani hanno avuto ragione degli Illiri intorno all’anno 9° D.C. che determinò l’annessione dei territori dell’attuale Bosnia alla provincia della Dalmazia e il collasso del regno illirico.

 

L’IMPERO ROMANO

I romani aprirono delle miniere e sfruttarono la ricchezza mineraria della regione. Nel tempo la civiltà e l’influenza romana penetrarono nella BiH. (12)  

L’imperatore Diocleziano (295 D.C.),il cui palazzo può essere visitato a Spalato in Croazia,stabilì il sistema dei due imperi con due Cesari alle sue dipendenze. La capitale fu spostata avanti ed indietro tra Roma e Costantinopoli per circa un secolo.  Nel 395 D.C. la divisione tra l’Impero Romano di Oriente ,conosciuto come l’Impero Bizantino, e l’Impero Romano Occidentale  divenne definitiva. (13)   La linea di separazione tra est ed ovest fu il fiume Drina, facendo della Bosnia un cuscinetto regionale tra gli imperi, i popoli, le filosofie e teologie.

 

GLI SLAVI MERIDIONALI(14)  

Al tempo della caduta dell’Impero Romano intorno al 490 D.C., tribù slave comprendenti quelle degli Sloveni,Croati e Serbi, migrarono in Bosnia nel corso degli anni. Non vi è accordo sulle origini  e provenienza delle tribù slave o sulle motivazioni che le hanno spinte su queste terre. In ogni caso si pensa che esse emigrarono da quelle terre che oggi corrispondono all’Ucraina,Russia  e ,forse, ai paesi nordici. La popolazione , lentamente , adottò la cristianità’ ma fu influenzata in modo differente dalle principali sette esterne. (15)    Gli Sloveni ed i Croati divennero Cattolici Romani ed adottarono l’alfabeto romano, mentre i Serbi divennero Cristiani Ortodossi Orientali ed adottarono l’alfabeto cirillico.

.Nel 1054 ,le secolari lotte di potere  tra la chiesa Romana e le chiese Bizantine orientali (Costantinopoli,Antiochia,Gerusalemme ed Alessandria),culminarono nello scisma tra Occidente ed Oriente , che divise la cristianità in due imperi ed in due Chiese Cristiane. Lo scisma fissò i confini religiosirappresentati dal fiume Drina     con le moderne Slovenia, Croazia e Bosnia in occidente e Serbia ,Montenegro e Macedonia nella parte orientale.

                                                     

L’ETA’ D’ORO DI KULIN BAN

lo Stato della Bosnia cominciò a prendere forma nel X secolo . (16)   

 E si affermò’ come stato indipendente sotto la guida di Kulin , Ban (Re) di Bosnia CHE  LA governò fino al 1204 GARANTENDO UN PERIODO DI PACE ALLA SUA TERRA.

 

IL BOGOMILISMO                 

Durante questo regno, una setta Bulgaro Cristiana conosciuta come Bogomil ( dalla lingua bulgara “bog” =dio   e “mil” = amico  ) iniziò’ ad attrarre seguaci in Bosnia   come pure alcune autorità Bosniache adottarono il Bogomilismo per  riscattarsi dalle influenze dei vicini  cattolici ed ortodossi.

Durante il XII (17)    la Bosnia divenne un reame e raggiunse la massima grandezza territoriale  estendendosi dal fiume  Sava  all’isola di Korcula ed Hvar sul Mare Adriatico.

 

KOSOVO POLJE

Il 28 giugno del 1389 giorno di S. Vito  ( Vidovdan) il Re Lazar di Serbia si scontrò con le armate Turche Ottomane invasori a Kosovo Polje (Piana degli Uccelli Neri) nel Kosovo. Sebbene egli fosse riuscito a unire le differenti litigiose fazioni serbe , i Serbi furono sconfitti. Il Sultano degli Ottomani fu ucciso in quella battaglia e la stessa sorte toccò al Re  Lazar all’atto della sua cattura.

Il figlio del sultano divenne il nuovo sultano e in modo repentino uccise anche suo fratello in modo che non vi fosse alcuna competizione per il controllo sul popolo. Il Re Lazar fu sepolto nella Pianura degli Uccelli Neri in Kosovo. (18)   

E’ molto difficile riuscire a capire come realmente si svolsero i fatti nella famosa battaglia del 1389 a Kosovo Polje. Non vi sono delle risorse storiche attendibili che abbiano cronicizzato gli avvenimenti della battaglia. La maggior parte delle conoscenze sulla battaglia  giunte  fino ai giorni nostri , sono parcellizzate in una serie di poemi epici che hanno formato la leggenda Serba. Molti di questi furono scritti secoli dopo i fatti e non sono storicamente obiettivi.

Contrariamente alla diffusa leggenda Serba circa questa battaglia,  migliaia di cavalieri e soldati Albanesi combatterono a fianco dei fratelli serbi  in armi contro l’Impero Ottomano e molti di loro caddero nel nome della causa Serba. Molti Serbi continuano a glorificare la sconfitta , a  considerare il Re martire come un eroe ed il campo di battaglia come un monumento nazionale. In realtà Kosovo Polje fu una delle tante battaglie combattute durante l’espansione dell’Impero Ottomano .

 

EBRAISMO ED IL GIGLIO(19)   

Nel XV secolo A causa del protrarsi delle persecuzioni in differenti paesi Europei occidentali, compresa la Francia e la Spagna, molti ebrei cominciarono a stabilirsi in Sarajevo , dove essi trovarono una tolleranza religiosa e furono capaci di formare una attivissima , ricca e potente comunità CHE  Ancora oggi continua ad avere un ruolo vitale nella comunità di Sarajevo.

Durante questo periodo venne introdotto il giglio fiorito  come stemma PERCHE’ SEMBRA CHE La dinastia Bosniaca divIene vicina ALLA FAMIGLIA DEI REALI DI NAPOLI  CHE A LORO VOLTA facevano parte della famiglia degli Angioini, una branca minore della famiglia reale francese, e portavano uno stemma leggermente differente.

Oggi il giglio fiorito appare sulla bandiera della federazione a rappresentare la componente Bosniaca.

 

L’ERA DELL’IMPERO OTTOMANO (20)   

Il periodo dell’Impero Ottomano costruito dentro ed attorno all’Europa si sviluppò’ in vari stadi  nell’arco di molti anni. Durante questo periodo, la Croazia e l’Ungheria sistemarono i Serbi che erano stati spostati dalle invasioni , in un area lungo il confine con la Bosnia. Quest’area cominciò ad essere conosciuta come “KRAJINA” o frontiera.Questo “muro umano”  serviva allo scopo e divenne una barriera per l’avanzata degli Ottomani. Comunque, sebbene questa tattica fosse utile durante il periodo dell’occupazione ottomana, divenne un problema in seguito per i Croati interessati all’indipendenza e ad uno Stato Croato puro.

L’Armata Turca conquistò il regno di Bosnia nel 1463 arrivando alle porte di Vienna nel 1533, dove furono sconfitti. LA BOSNIA cominciò’ ad essere governata attraverso un’amministrazione di Pascià, (21)una decisione questa che portò a riconoscere l’entità Bosniaca comprendente tutta l’attuale Bosnia–Erzegovina e alcune parti della Slavonia,Croazia,Dalmazia e Serbia. Nel 1592 , i Turchi catturarono l’importante fortezza di Bihac degli Asburgo e con questa mossa l’Impero ottomano coprì tutta la Bosnia Erzegovina , parte della Croazia e l’Ungheria. I Turchi occuparono la Croazia fino al 1699. Dopo la guerra di Vienna (1683- 1699) la Bosnia divenne la provincia occidentale dell’Impero ottomano, ed il trattato di Karlowitz (1699) confermò gli storici confini della Bosnia a nord ,occidente e meridionali. L’Impero ottomano governò la Bosnia – Erzegovina fino al 1878.

 

 LA NASCITA DELLA FEDERAZIONE JUGOSLAVA(22)

 

ALL'INIZIO DEL 1900 I TURCHI INIZIARONO A RITIRARSI DALLA PENISOLA CON UN CONSEGUENTE RIFLUSSO DELLA  POPOLAZIONE BALCANICA VERSO LE AREE CHE  ERA STATA COSTRETTA ADABBANDONARE  CON LA FORZA E SI CREARONO LE PREMESSE PER LA NASCITA DI UNO STATO IN QUESTA REGIONE MARTORIATA .

NEL 1912, SERBIA, BULGARIA E GRECIA SI ALLEARONO PER SCACCIARE DEFINITIVAMENTE L’INVASORE TURCO.

LA VITTORIA DELL'ALLEANZA NON FAVORÌ, PERÒ, IL CONSOLIDAMENTO DELLA STABILITÀ  NEI BALCANI, PIUTTOSTO INNESCÒ ALTRI MOTIVI DI CONTENZIOSO, IN PARTICOLARE  NEI CONFRONTI DELL’AUSTRIA CHE VEDEVA NELL’ESPANSIONE SERBA  UNA POTENZIALE MINACCIA DEI PROPRI INTERESSI NELLA PENISOLA.

LA TENSIONE  FRA I DUE STATI   BEN PRESTO SALÌ A LIVELLI DI GUARDIA E LA SITUAZIONE PRECIPITÒ  IL 28  GIUGNO 1914,   CON L’UCCISIONE DA PARTE DI UNO STUDENTE SERBO DELL’EREDE AL TRONO AUSTRIACO FEDERICO FERDINANDO E DELLA MOGLIE, MENTRE ERANO IN VISITA A SARAJEVO  ATTO CHE  DIEDE IL VIA, COME NOTO , AL  PRIMO CONFLITTO MONDIALE. (23)

NEL DICEMBRE DEL 1918, ALLA FINE DELLA “GRANDE GUERRA”,  AI SERBI FU CONCESSA  UNA BEN DEFINITA COLLOCAZIONE TERRITORIALE E FU RICONOSCIUTO IL DIRITTO DI COSTITUIRE IL   “REGNO DEI SERBI-CROATI E SLOVENI” , DA CUI , SUCCESSIVAMENTE, PRENDERÀ VITA LA REPUBBLICA FEDERALE DI JUGOSLAVIA .

IL NUOVO STATO  DOVETTE  IMMEDIATAMENTE  AFFRONTARE I GRAVI PROBLEMI DI CONVIVENZA ETNICA DEL   POPOLO DEI BALCANI CHE FINO A QUEL MOMENTO ERA STATO COSTRETTO  A SUBIRE SECOLARI INVASIONI, A NON POTER PROFESSARE LE PROPRIE IDEE, A NON POTER SVILUPPARE LE PROPRIE TRADIZIONI, MA SOLO DESTINATO AD ESSERE  “NOMADE PER RAGION DI STATO“. 

 UNA NEMESI STORICA INESAURIBILE , QUELLA DEI BALCANI, CHE DI LÌ A POCO SI RIPETERÀ QUANDO NEL  1934 IL RE ALESSANDRO, REGGENTE DEL REGNO DI JUGOSLAVIA, IN VISITA IN FRANCIA,  VENNE UCCISO IN UN ATTENTATO DEGLI UTASCIA CROATI. IL REGNO DI JUGOSLAVIA REAGÌ ALLEANDOSI CON  L'ASSE E CONTRIBUENDO A RINFORZARE LA  COALIZIONE CHE DI LÌ A POCO AVREBBE CONDOTTO IL MONDO A RIVIVERE UN’ALTRA GUERRA MONDIALE. (24)

 

 LA JUGOSLAVA DOPO IL CONFLITTO MONDIALE

 

JOSIP BROZ TITO, FIN DAL 1917 A CAPO DEL PARTITO COMUNISTA JUGOSLAVO,  ORGANIZZÒ E CONDUSSE LA GUERRA PARTIGIANA CONTRO L’INVASORE TEDESCO ED ITALIANO  .

NEL 1945 ALLA FINE DELLA GUERRA,  TITO DETTE VITA ALLA  REPUBBLICA POPOLARE FEDERATIVA DI JUGOSLAVIA RETTA DA UN  GOVERNO JUGOSLAVO  SOCIALISTA, (25) CHE VENNE RICONOSCIUTA DAGLI ALLEATI E CHE  NEL 1963 SI TRASFORMERÀ IN REPUBBLICA SOCIALISTA FEDERATIVA DI JUGOSLAVIA MANTENENDO , SEPPUR SOCIALISTA,  LE DISTANZE CON L'UNIONE SOVIETICA DI STALIN E NON ACCETTANDO NEMMENO DI FAR PARTE  ALL'ORGANIZZAZIONE MILITARE DEL  PATTO DI VARSAVIA .

 ALL’INTERNO DELLA FEDERAZIONE,  PERÒ, EMERGEVANO E  SI AFFERMAVANO DUE CORRENTI POLITICHE, I PROGRESSISTI ED I CENTRISTI - DEMOCRATICI .

I PRIMI ERANO FAVOREVOLI A TITO, MENTRE I SECONDI  ERANO IN OPPOSIZIONE AL GOVERNO CENTRALE E DIMOSTRAVANO ACCLAMATA APERTURA NEI CONFRONTI DI   MOSCA E  DELL’EST EUROPEO IN GENERALE CON IL  LORO  LEADER RANKOVIC, MINISTRO DEGLI INTERNI E DELLA SICUREZZA, IL QUALE  IN  OGNI OCCASIONE PALESAVA I SUOI INTENDIMENTI DISPONENDO FEROCI REPRESSIONI. 

 

 ALLA MORTE DI TITO

 

IL 4 MAGGIO 1980 MORIVA TITO . SCOMPARIVA, QUINDI, “L’ELEMENTO COAGULANTE” DI UNA STRUTTURA FEDERATIVA APPARENTEMENTE DECENTRALIZZATA MA DI FATTO CONTROLLATA E GESTITA DAL GOVERNO DI BELGRADO, CHE, COMUNQUE,  IN QUEGLI ANNI DEL PERIODO POST BELLICO ERA RIUSCITO A CONTENERE LA SECOLARE DIASPORA FRA LE ETNIE DEI BALCANI CENTRALI .

LA MORTE AVVIENE, PERÒ,  IN UN MOMENTO STORICO IN CUI GIA’ SONO EMERGENTI   LE ASPIRAZIONI  DI AUTONOMIA DELLE REPUBBLICHE DELLA FEDERAZIONE E  LA SCOMPARSA DELL’ATTENTA  GESTIONE "DEL VECCHIO MARESCIALLO" CHE ERA RIUSCITA AD ARGINARE   LE “FRONDE” DEI MOVIMENTI IRREDENTISTI DELLE SEI REPUBBLICHE DELLA FEDERAZIONE E DEGLI ALBANESI DEL KOSOVO, ACCELERA IL DILAGARE DEL MALUMORE .

 

PRIME FRA TUTTE, (26)  LE RIVENDICAZIONI DEI CROATI CHE VOGLIONO RICONOSCIUTO  IL DIRITTO DI POTER GESTIRE AUTONOMAMENTE IL BILANCIO INTERNO E CHE ASPIRANO AD  OTTENERE  LA TOTALE INDIPENDENZA DAL GOVERNO CENTRALE, ANCHE  CON IL RICONOSCIMENTO UFFICIALE DELLA PROPRIA LINGUA  .

 

QUESTE ASPIRAZIONI VENGONO IMMEDIATAMENTE REPRESSE DAL  GOVERNO DI BELGRADO CHE COLPISCE  “L’INTELLIGHENZIA” CROATA  ED ESAUTORA DALLE “STANZE DEL POTERE” CHIUNQUE GUARDI CON SIMPATIA ALLA CROAZIA E CONTRASTA   I “VENTI IRREDENTISTI”  STABILENDO CHE I SUCCESSORI DI TITO FOSSERO SCELTI CON ALTERNANZA  ANNUALE FRA I RAPPRESENTANTI DI TUTTI GLI STATI FEDERATIVI  . IL DESIDERIO DI INDIPENDENZA, PERÒ, NON SI FERMA , DIVIENE SEMPRE PIÙ PRESSANTE ED EMERGENTE COINVOLGENDO  I MUSSULMANI DEL KOSOVO E DELLA BOSNIA - ERZEGOVINA .

 

 LE  REAZIONI DI BELGRADO NON SI FANNO ATTENDERE ED IL GOVERNO CENTRALE,  SFRUTTANDO COME GIUSTIFICAZIONE LA  SITUAZIONE DI “FERMENTO ACCLAMATO” , ADOTTA IL "PUGNO DI FERRO"   E RIAFFERMA  LA LEADERSHIP SERBA RIVENDICANDO LA “FUNZIONE GUIDA DELL’ETNIA SERBA”,  LASCIATA SOPIRE DALLA POLITICA MEDIATRICE DI TITO . (27)   

 

SIAMO ALLA METÀ DEGLI ANNI OTTANTA, MOMENTO IN CUI EMERGE LA FIGURA DI SLOBOADAN MILOSEVIC, LEADER DEI COMUNISTI SERBI, CHE SI CIRCONDA DI UNA CLASSE POLITICA TUTTA CONCORDE NEL RIFONDARE LA  GRANDE SERBIA.  

 

MILOSEVIC ED I SUOI COLLABORATORI RIVENDICANO, COME PRIMO ATTO,   I VECCHI CONFINI GEOGRAFICI, SI APPELLANO ALLE ANTICHE CONQUISTE STORICHE ED ALLA RESISTENZA SERBA NEI CONFRONTI DEGLI  OTTOMANI CON L'INTENTO DI  DIMOSTRARE ALL’INTERNO DELLA FEDERAZIONE ED AL MONDO INTERO CHE LA “GRANDE SERBIA”  ERA   UNA REALTÀ STORICA, AFFERMATA E CONSOLIDATA NEI MILLENNI .

 

IN QUESTA OCCASIONE LA CLASSE DIRIGENTE SERBA RIESCE  A CONVINCERE  IL POPOLO,  ACCECATO DALL'ODIO ETNICO,  A CELEBRARE COME UNA VITTORIA LA SCONFITTA SUBITA SEICENTO ANNI PRIMA IN OCCASIONE DELLA BATTAGLIA DEL KOSOVO CONTRO I TURCHI .

LA PRESA DI POSIZIONE DEL GOVERNO CENTRALE  ACCELERA, PERÒ,  IL PROCESSO IRREDENTISTA CHE ESCE ALLO SCOPERTO PRIMA  IN KOSOVO CON SCIOPERI E CON LA FONDAZIONE   DEL PARTITO DEMOCRATICO DEL MODERATO RUGOVA E POI  IN SLOVENIA E CROAZIA CON LA CREAZIONE  DI ALTRETTANTI PARTITI POLITICI DIRETTI E CONTROLLATI DAI MAGGIORI INTELLETTUALI DELLE DUE REPUBBLICHE . 

MILOSEVIC, NEL FRATTEMPO ELETTO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERBA, ORDINA  REPRESSIONI NEI CONFRONTI DEI “RIBELLI” ED ANNULLA L'AUTONOMIA DEL KOSOVO CONCESSA A SUO TEMPO  DA TITO  (28)    .

GLI ATTI REPRESSIVI   DIMOSTRANO BEN PRESTO LA LORO SCARSA EFFICACIA, NON  PRODUCONO GLI EFFETTI VOLUTI MA  DIVENTANO, INVECE,  "MOLTIPLICATORI DI VIOLENZA" .

ALL’INIZIO DEL 1991  I PRIMI SCONTRI FRA LE FORZE SERBE E QUELLE CROATE E SLOVENE , IL 25 E 26 GIUGNO DI QUELL’ANNO,  RISPETTIVAMENTE LA CROAZIA E LA SLOVENIA DICHIARANO LA PROPRIA INDIPENDENZA SEGUITE, SUBITO DOPO, DALLA BOSNIA ERZEGOVINA E DA INIZIATIVE CLANDESTINE  KOSOVARE .

 

E' L'INIZIO DELLO SFALDAMENTO DELLA GRANDE SERBIA CHE RIMANE ISOLATA NEL CONTESTO INTERNAZIONALE E DELLA POLITICA DISSENNATA DI MILOSEVIC CHE  FAVORIRÀ  LA GUERRA CIVILE (29)    CHE IN QUESTI ULTIMI DIECI ANNI HA COINVOLTO LA MAGGIOR PARTE  DEI BALCANI  E CHE AVRÀ COME OBIETTIVO PRINCIPALE L'ANNIENTAMENTO DELL’ETNIA MUSSULMANA, QUELLA CHE  - PER RELIGIONE E CULTURA -  RICORDAVA LA DOMINAZIONE OTTOMANA E CHE  NEL TEMPO ERA STATA LA  “CLASSE ETNICA” PIÙ RICCA E PIÙ  “DISTACCATA”  NEI CONFRONTI DELLE  SORTI BALCANICHE .

 

TUTTO COMINCIA  A SARAJEVO, (30)    CON L’ECCIDIO DEI BOSNIACI MUSSULMANI AVVENUTO IL 5 APRILE DEL 1992 IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE DEL  BAJARAM, IMPORTANTE FESTIVITÀ ISLAMICA , SEGUITO DA AZIONI DI GUERRIGLIA DELLA MINORANZA CROATA CONTRO QUELLA MUSSULMANA CHE BEN PRESTO PORTANO ALLA QUASI TOTALE DISTRUZIONE DI MOSTAR, IMPORTANTE CITTÀ DELLA BOSNIA CON  ANTICHE TRADIZIONI ROMANE. 

 

MILOSEVIC UTILIZZA SEMPRE  FORZE PARAMILITARI E BANDE ARMATE DI CIVILI PER COMPIERE LE CARNEFICINE,  RETRIBUENDO GLI UOMINI CON L'AUTORIZZAZIONE A COMPIERE SACCHEGGI E RAZZIE E PIANIFICANDO  A PRIORI LE DEPORTAZIONI PER  DESTABILIZZARE GLI STATI CONFINANTI .

I PROFUGHI  DI  SARAJEVO INFATTI NON SONO  TRATTATI COME FRATELLI  DA BELGRADO, MA, INVECE,   DOPO DAYTON, SONO MANDATI   A RIEMPIRE IL KOSOVO PERCHÈ DIVENTASSE INEQUIVOCABILMENTE SERBO.

 

La Bosnia oggi (31)   

 

La Bosnia oggi si presenta come un crogiuolo di strutture amministrative e di governo che diventa difficile comprenderne il funzionamento e le interconnessioni a coloro che non hanno dovuto interessarsene per motivi professionali, di studio o per semplice desiderio di approfondimento culturale.

 

 

LE STRUTTURE AMMINISTRATIVE

 

Cominciamo innanzi tutto con la presentazione delle differenti bandiere che sventolano in Bosnia Erzegovina. Sono tre: (32)   

- La bandiera della Bosnia – Erzegovina (BiH) che é stata imposta ( come la moneta - il marco convertibile KM - , il passaporto e le targhe automobilistiche ) dall ’Alto Rappresentante civile in BiH. Le stelle rappresentano l ’Europa, il triangolo le tre etnie ed il giallo identifica  il sole .

- La bandiera della RS: la croce al centro della bandiera serba é segnata da quattro lettere dell ’alfabeto cirillico che riassumono il motto: soltanto la Serbia salverà i Serbi.

- La bandiera della Federazione: lo scudo al centro riprende il giglio bosniaco, la dama croata e la bandiera europea.

Per quanto riguarda le strutture amministrative queste sono abbastanza complesse e scaturiscono dagli accordi di DAYTON, firmati a Parigi il 14 dicembre 1995,  che hanno posto fine alla guerra.

La Bosnia-Erzegovina é un solo stato, la sua capitale é Sarajevo.

Questa organizzazione statuale é composta da due parti distinte chiamate “entità “ : la Repubblica Srpska  e la Federazione della Bosnia - Erzegovina  (33)   

La Federazione della Bosnia-Erzegovina (BiH) riunisce essenzialmente due etnie:I Bosno-Musulmani (o Bosniaci) ed i Bosno-Croati. La sua capitale é sempre Sarajevo.

La Repubblica Srpska è’ una entità sensibilmente omogenea dal punto di vista etnico, quasi esclusivamente popolata da Bosno-Serbi. La sua capitale é Banja-Luka.

Sul piano religioso i Bosniaci sono musulmani, i Bosno-Croati sono cattolici romani ed infine i Bosno-Serbi sono cristiani ortodossi.

Sul piano locale, le due entità della Bosnia hanno le stesse strutture di prima della guerra. Il Paese é diviso in 155 municipalità o Opstine : 92 in Federazione e 63 in RS. Ogni Opstina é distinta da un numero e da un nome, generalmente quello della località più importante

 

La superficie di una Opstina é molto variabile. Gli accordi di Dayton hanno tracciato nel 1995 una linea di separazione tra le due entità della BiH. Questa linea, l ’IEBL (Inter-Entity Boundary Line), passa in mezzo a qualche Opstina e la taglia in due. Si é così assistito nel 1995 alla creazione di nuove Opstine derivanti dal disegno di tale tracciato(34)   

All ’interno della BiH, la Federazione é divisa in dieci Cantoni amministrativi ognuno dei quali raggruppa più Opstine. (35)   

Un caso particolare è rappresentato da MOSTAR  che é la seconda città della BiH. (37)    Questa comprende sette municipalità: una zona centrale « mista », cioè composta sia da bosno-musulmani sia da bosno–croati e sei municipalità , tre bosno-croate e tre bosniache Queste sono dirette da un sindaco e dal rispettivo consiglio come una municipalità classica.

L ’insieme è capeggiato dal “ Mostar City Council “, il vecchio consiglio della città, eletto con un sistema proporzionale e diretto da un sindaco ed un vice sindaco eletti per due anni ed appartenenti alle opposte etnie. Tutti gli anni i due rappresentanti si scambiano le loro posizioni.

La Repubblica Srspka si presenta  più semplice perché non comprende cantoni ed é amministrativamente composta da 63 municipalità (38)   

PALE, feudo di M. KARADZIC e dei radicali serbi, era la vecchia capitale divenuta tristemente famosa durante la guerra civile. Il governo moderato della Sig.ra PLAVSIC ha trasferito la capitale a Banja Luka nell ’ovest della RS nel feudo dei moderati.

Una particolare attenzione va rivolta alla posizione strategica di BRCKO .Questa città , che era sotto amministrazione serba , si é costituita nel mese di marzo 2000 in distretto neutro collegato alla Bosnia – Erzegovina.

Tale decisione ha per lungo tempo alimentato la crisi politica attuale nella RS perché l ’Entità si ritrova tagliata in due.

 

GLI ORGANI LEGISLATIVI    

          

 Altrettanto articolato si presenta il potere legislativo ed esecutivo della BiH

(39)    Nella RS il popolo elegge gli organi legislativi di ciascuna opstina  ed anche,in modo diretto con il sistema proporzionale,  83 deputati che siedono nella “ RSNA “ Assemblea Nazionale della RS .  Gli elettori eleggono infine il Presidente della RS ed il loro rappresentante etnico alla presidenza tripartita BiH.

Nella Federazione BiH il popolo elegge direttamente gli organi legislativi di ciascuna opstina e di ciascun Cantone ed i 140 deputati alla « Camera dei Rappresentanti della FBiH ».Gli eletti a livello cantonale, a loro volta, eleggono 74 deputati (Senatori) alla « Camera dei Popoli ».  Queste due camere designano il Presidente della FBiH .  Per contro i rappresentanti etnici della presidenza tripartita sono eletti direttamente dal popolo.

A livello nazionale ,  i popoli della RS e della FBiH eleggono i loro deputati rispettivamente alla “Camera dei Rappresentanti della BiH” nella misura di 28 seggi per la FBiH e di 14 seggi per la RS.

 Gli eletti (Senatori) alla “Camera dei Popoli” della FBiH ed i deputati bosno-serbi della RSNA “Assemblea Nazionale della RS” eleggono, infine, 5 deputati per ciascuna etnia (Senatori) alla “Camera dei Popoli della BiH” .

Gli elettori sono stati chiamati a votare nel novembre del 2000 per le elezioni generali per eleggere i rappresentanti:

- alla camera dei Rappresentanti della Federazione e delle assemblee cantonali;

- alla Camera dei Rappresentanti della BiH;

- alla  Presidenza  della RS ed alla  assemblea nazionale RS.

 

Nel 2002 saranno ancora chiamati a votare per la    la Presidenza Tripartita.

Non bisogna dimenticare che nell ’aprile 2000 gli stessi elettori erano stati chiamati ad eleggere le assemblee municipali.

 

 IL POTERE ESECUTIVO

 

I Governi della Bosnia, cioè della Federazione (compreso i Cantoni e le municipalità) e della RS , attuano il principio di ripartizione delle responsabilità tra il governo nazionale e quelli delle entità (40)   

Il governo nazionale è’ responsabile    degli affari esteri, della moneta e della finanza, della cittadinanza e dell ’emigrazione,delle comunicazioni e dei trasporti, ma anche dell ’applicazione delle leggi internazionali sulla criminalità.  

I governi delle Entità sono responsabili    della difesa (esistono infatti più Forze Armate distinte),dell ’interno e della giustizia , dei rifugiati , dell ’educazione,della sanità , dell ’agricoltura e del commercio.

 Occorre soffermare l’attenzione sul fatto che il governo nazionale non ha autorità sulle Entità. Questa larga autonomia lasciata alle Entità permette di evitare le contrapposizioni, ma nello stesso tempo rafforza le tentazioni separatiste di ciascuna Entità con particolare riguardo per la RS.

Questa ripartizione di responsabilità tra i governi rischia di essere messa in causa con l ’entrata in vigore della nuova organizzazione del Consiglio dei Ministri della BiH votata a metà aprile del 2000 dalla Camera dei Rappresentanti.

La Presidenza tripartita a capo del potere esecutivo della Bosnia è in fase di ridefinizione dopo le elezioni del novembre 2000, le dimissioni di IZETBEGOVIC e l’estromissione del Bosno-Croato Ante JELAVIC ordinata dall’Alto Rappresentante dell’UN.

Anche il Consiglio dei Ministri é tripartito.    

A livello nazionale esistono sei ministeri. Tutti i posti sono tripli. Il Presidente del Consiglio dei Ministri é anche incaricato della direzione di un ministero con portafoglio. La funzione di Presidente del Consiglio é assunta a turno da un ministro di ciascuna etnia. La rotazione avviene ogni otto mesi nello stesso momento in cui avviene l’avvicendamento alla presidenza.

Il governo attuale é stato approvato dalla Camera dei Rappresentanti della Bosnia il 22 febbraio 2001.

Nel dettaglio la ripartizione del potere esecutivo in Federazione può essere riassunta nel seguente modo

- la federazione raggruppa due etnie. I posti di Governo sono doppi ad eccezione di due ministeri “senza portafoglio “ che sono stati creati per garantire l ’equilibrio tra bosno-croati  e bosno-musulmani;

- tutti i posti cambiano titolare all ’inizio dell ’anno secondo lo stesso principio che regola il funzionamento dei poteri nel governo centrale della Bosnia. La compagine attuale é stata nominata il 01 gennaio 2001;

- quattro ministeri sono ufficialmente situati a MOSTAR. Questo distaccamento é in realtà teorico perché solo il Ministero dell ’Educazione  ha cominciato ad installarsi in quella città  da poco. Nella pratica i contatti tra il titolare ed il suo vice si svolgono per telefono con le Istituzioni spesso completamente separate fisicamente e per ciascuna etnia.

 

A livello cantonale sui dieci cantoni della Federazione 4 sono governati dai Bosniaci , 3 dai Bosno -Croati e 3 da governi misti.

 

 

Ogni Cantone possiede un suo governo con un suo governatore, un primo ministro e sei ministri. Se il Cantone é misto, tutti i posti ,ivi compreso quello del governatore e del primo ministro , sono raddoppiati da un posto di vice ministro tenuto da un membro della opposta etnia.Tutti gli anni il titolare lascia il posto al suo vice.

Il governo di un cantone possiede una larga autonomia tranne  in materia di difesa.

I cantoni misti sono più soggetti a forme di instabilità provocate dal cambiamento incessante di titolari e di vice .

 

A livello di opstine si trova una struttura identica con un sindaco ,un presidente del consiglio municipale e dei « ministri » .

 

Per quanto riguarda il potere esecutivo bosno–serbo il Presidente della Repubblica Srspka é  supportato da un Vice - Presidente

Il governo é diretto da un Primo Ministro che dispone di 4 Vice - Primi Ministri , che occupano anche una specifica funzione nell ’ambito del governo.

Il Primo Ministro é nominato dal Presidente ed é confermato dall ’Assemblea Nazionale della RS alla quale deve sottoporre il suo progetto di governo.

 

I PARTITI POLITICI

 

Fare un sintetico punto di situazione sui partiti politici in Bosnia non è cosa facile. Cercherò di passarne in rivista solo una piccolissima parte dei 250 che si é potuto repertoriare fino ad ora, senza contare le alleanze che si formano e si dissolvono a piacimento nelle elezioni a livello municipale, cantonale, federale o nazionale, ma anche tra moderati e radicali, dentro una etnia o con un ’altra, dentro una entità o con quella accanto. (41)   

           Quattro formazioni dominano il paesaggio politico della Bosnia:

-    l ’SDA bosniaco di M. IZETBEGOVIC, in seno alla coalizione  KCDBiH (o SCDBiH a seconda delle elezioni ), é il partito nazionalista e religioso al potere ed anche il più potente. Esso poggia sui notabili musulmani locali e predica una Bosnia unificata e “multietnica”. Ha un solo leader la cui uscita dalla scena politica potrebbe portare nel breve periodo a forme di instabilità interne al partito stesso.

-    L ’ SDP BiH (partito sociale democratico della BiH) é nato dall’unione, nel febbraio 1999, dell ’ SDP di M. LAGUMDZIJA e dell ’SD BiH di M. BESLAGiC. Questo nuovo partito predica l ’unità e la multietnicità della Bosnia. L ’ SDP si considera come il successore del partito social democratico fondato nel 1909 Avrebbe contato, prima della guerra, su 70.000 aderenti. Questa  fusione ha dato vita  al secondo partito della Camera dei Rappresentanti della BiH ed alla sola vera opposizione all ’SDA.

 -   l ’ SDS di M. KALINIC (partito democratico serbo della RS) é l ’antico partito di M. KARADZIC e di M. KRAJISNIK. E’ largamente maggioritario da due anni anche se, dopo la vittoria di Mme PLAVSIC e della formazione della coalizione moderata     SLOGA, ha subito un ridimensionamento. Partito nazionalista e conservatore é molto presente nella regione di Pale, Rogatica, Visegrad. Favorevole alla “frontalizzazione della IEBL “, la sua immagine radicale si é tuttavia attenuata nonostante alle ultime elezioni abbia ottenuto risultati incoraggianti e stia mostrando una certa tendenza, almeno in apparenza, alla collaborazione con la Comunità Internazionale. Resta,comunque, il primo partito bosno-serbo.

 -    L ’ HDZ di M. JELAVIC é il primo partito bosno-croato (esiste un HDZ anche in  Crozia). Onnipresente nella vecchia Herceg Bosna , é controllato dal suo omologo croato di cui M. TUDJMAN era il presidente prima della sua scomparsa. Fondato nel 1990 è, come l ’SDA e SDS, nazionalista e conservatore.Esso vede la sua influenza diminuire e sembra esitare sulla linea politica da adottare tra la promozione della terza entità ed il federalismo.

Alcune annotazioni appaiono opportune per chiarire taluni legami importanti con partiti e coalizioni di altre nazioni limitrofe :

- i partiti sono quasi tutti “etnicamente” omogenei anche quelli che predicano la “multietnicità” ;

- presso i Bosniaci e i Bosno-Croati , il primo partito è’ dominante ed è’ spesso un partito radicale. Soltanto la RS possiede una opposizione forte, anche se essa esiste soltanto da poco tempo;

- sembra che i partiti piccoli desiderino sempre più allearsi per opporsi ai grandi partiti bosniaci e bosno-croati.

 

 

SITUAZIONE POLITICA   

 

La Bosnia Erzegovina è entrata nel nuovo millennio ma non vi é traccia di una rapida progressione verso la formazione di un governo moderato. Al contrario gli stessi personaggi chiave che hanno raggiunto il potere dopo la guerra sono ancora presenti nelle posizioni di governo, anche se a volte in forma occulta. Nella Repubblica Srpska il tentativo dei moderati, piazzati al potere dalla Comunità Internazionale, é franato miseramente a causa dei disastrosi risultati economici e sociali delle loro politiche.

In BiH (42)    l’Alleanza per il Cambiamento (AC) potrebbe, per la prima volta, costituire un’alternativa ai monolitici partiti del periodo bellico. Occorre tuttavia considerare che AC é costituita da tanti piccoli partiti e la sua abilità di mantenere uniti i differenti alleati al momento di fronteggiare i problemi più critici e più ardui sarà una sfida molto problematica e difficile. Non vi é ancora stata una reale dimostrazione, in questo Paese, che i politici abbiano posto l’interesse della propria gente come priorità assoluta.

Quattro mesi dopo le elezioni le Istituzioni della BH e della Federazione sono quasi tutte insediate;tuttavia la loro struttura é messa in causa da alcune proposte di uomini politici. (43)    

Due grandi tendenze si contrappongono:    il rafforzamento del Potere Centrale o la decentralizzazione a beneficio degli elementi costitutivi che disporrebbero di una significativa autonomia.

Lo spirito degli Accordi di Dayton con l’organizzazione della BH in due entità opta chiaramente per la decentralizzazione. Il rimettere in causa questa scelta iniziale provoca da più mesi una destabilizzazione del fragile equilibrio politico. Contravvenendo agli accordi di Dayton, il Congresso Nazionale dei Bosno–Croati (HNS) vuole imporre l’uguaglianza costituzionale dei tre « popoli » della BH di cui la Costituzione garantisce il loro spazio all’interno della Federazione.

Tutti i partiti politici B-Croati (salvo l’ NHI, l’HNZ e le HSS ), cioè l’espressione del 90% dei suffragi espressi dall’elettorato B-Croato, hanno partecipato all’ultimo congresso tenuto il 3  marzo ultimo scorso a MOSTAR.   La piattaforma presentata pubblicamente prevede un governo croato auto proclamato, con i poteri esecutivi, legislativi e giudiziari.

Inoltre l’HDZ chiede il soddisfacimento della seguente piattaforma:

- reintegrazione dei deputati B-Croati che l’OSCE aveva escluso dopo le elezioni del novembre 2000 ;

- annullamento di tutte le decisioni nel frattempo prese dalle Camere dei Popoli della Federazione e della BH ;

- rispetto da parte della Comunità Internazionale (in particolare dell’Alto Rappresentante) della volontà del popolo B-Croato.

 

W. PETRITSCH (l’Alto Rappresentante in Bosnia ), ha espresso l’opinione che il tentativo dell’HDZ condurrà alla ghettizzazione , all’isolamento ed alla rovina della comunità croata.

L’illegalità e la violazione della Costituzione della BH e degli accordi di Dayton sono fuori di ogni dubbio. Tuttavia, il concetto di un’altra BH comprendente più sottoinsiemi aventi gli stessi diritti e responsabilità é una base di negoziazione che non sembra del tutto incoerente.

In BH i B-Croati sono per statuto uno dei tre popoli costitutivi la nazione bosniaca,ma il loro spazio é a poco a poco sempre più compromesso. Questo non può, comunque, giustificare completamente il ricorso a forme di ultimatum e di ricatto della Comunità Internazionale.  

Per evitare di rimettere in discussione gli accordi di Dayton, di cui alcune disposizioni dopo cinque anni appaiono non rispondere più ai bisogni, sarebbe opportuno procedere ad un adattamento concordato di alcune modalità applicative. Ciò consentirebbe di trovare una via d’uscita dalla crisi attuale.

L’HR ha reagito in modo duro sollevando dall’incarico di co-presidente della BiH JALEVIC ed altri importanti esponenti dell’HDZ.

L’azione pesante potrebbe trasformare i rappresentanti B-Croati, colpiti dalle sanzioni, in martiri e simbolo della causa croata, legittimare le richieste avanzate nel nome del popolo croato, legare e mobilitare i Bosno–Croati e rinforzare i radicali.

L’HR sud, l’ambasciatore SIMPSON, aveva qualche giorno prima raccomandato la prudenza. Alcune dichiarazioni del Gen. JELIC (Comandante del 1° Corpo delle Guardie ) mostrano che i piani e le reazioni che possono provocare le prese di posizione della CI sono stati studiati dai responsabili civili e militari.

Bisogna riportare alla memoria la valutazione del dicembre del 2000 di Jadranko PRLIC, ministro degli affari esteri della BiH, nella quale evidenziava il malcontento collettivo presso gli intellettuali croati che, a suo avviso ,appariva più forte di quello percepito alla vigilia della guerra civile.

Nella Repubblica Srspka, l ’SDS di Dragan KALINIC ha trovato il suo potere di base tra la popolazione laddove il Primo Ministro della RS Milorad DODIK é stato ritenuto responsabile del collasso economico della RS.  

Soltanto la nomina di Mladen IVANIC, quale Capo del futuro governo, lascia intravedere qualche speranza.

A dispetto del grave fardello finanziario, IVANIC deve riuscire a soddisfare la Comunità Internazionale senza deludere le attese dei Bosno-Serbi per i quali lo standard di vita rappresenta la maggiore preoccupazione

    

(44)     Per quanto riguarda la Comunità Internazionale le diverse organizzazioni OHR, UNMBiH ,UNHCR, OSCE e le molte altre organizzazioni governative e non, agiscono spesso in modo non coordinato e generano l’impressione che ognuna persegua obiettivi propri. Ciò ha portato, a volte, ad errori anche di notevoli proporzioni nell’impegno delle risorse.

     La coordinazione degli sforzi e delle idee é una sfida di non poco conto.

     (45)      Le strutture militari presenti in Bosnia sotto il Comando SFOR appaiono , come nelle migliori tradizioni , l’unico organismo  ben strutturato , di grande flessibilità , capace di fronteggiare le sfide che vengono poste. I militari della SFOR sono spesso promotori   di iniziative e di progetti diretti a raggiungere obiettivi concordati e si pongono, sempre più, quale valido ed insostituibile elemento di raccordo tra le molteplici Istituzioni chiamate in causa. 

     Andando avanti occorrerà sviluppare una struttura più razionale con una sola testa. Questo sarà vitale in un momento in cui la SFOR comincerà a cedere parte delle sue missioni ad agenzie civili. 

 

 

SITUAZIONE ECONOMICA 

 

(46)     L’economia é il solo motore che può consentire di disporre di risorse per attuare le riforme governative e sostenere il popolo, ricostruire le infrastrutture, incrementare l’occupazione, rendere più facile il ritorno dei rifugiati ed evitare la fuga dei giovani dal paese. La Bosnia ha bisogno di aiuto per attrarre gli investitori esterni e per cambiare la mentalità delle Istituzioni bosniache verso l’economia di mercato.

 Molti partiti politici funzionano come imprese criminali. I legami tra i “leaders” dei partiti, i grandi affaristi ed e le organizzazioni criminose sono innegabili. Tali relazioni di potere scavano denaro dalle Istituzioni privando il Governo ed il popolo delle risorse. La polizia ed il sistema legale non hanno né’ la volontà’, né’ la capacità né le risorse per avere successo nella lotta alla corruzione. Questa radicata piaga deve essere smantellata o quantomeno indebolita se si vuole garantire il progresso in BiH. L’esistenza di tali organizzazioni, al loro livello attuale di sofisticazione, impedirà di attuare le riforme governative.

     (47)     Occorre creare un sistema coordinato d’interventi che sposti le risorse investite dai molteplici organismi internazionali, anche non governativi, verso la realizzazione di grandi infrastrutture e lo sviluppo di  sistemi di comunicazione,  invece di distribuire aiuti a pioggia con risultati non certo esaltanti. L’emergenza del post guerra é in gran parte superata anche se é lungi dall’essere risolta. (48) I molti interventi di ricostruzione effettuati non sempre sono andati a buon fine, cioè non sempre sono stati accompagnati dal rientro del legittimo proprietario  nel luogo della ricostruzione. Ciò é legato a numerosi fattori quali la mancanza di lavoro e di mezzi di sopravvivenza, la paura di un rientro in un ambiente dove si apparterrebbe ad una minoranza(nel senso più concreto del termine), la realizzazione, dopo otto o nove anni, di nuovi interessi, amicizie, nuove possibilità di fronteggiare la vita di ogni giorno.

Occorre fornire opportunità di lavoro e di guadagno per consentire alle differenti famiglie, oggi frustrate dalla mancanza delle risorse minime, di provvedere alla ricostruzione della propria dimora nel luogo che sarà’ scelto e non imposto dal bisogno e dalla disperazione.

Il futuro prossimo (primavera ed estate) sarà turbolento. Gruppi, sempre più numerosi, stanno cominciando a dimostrare per richiedere incrementi salariali o il pagamento di stipendi arretrati a fronte di un’economia che sta invece peggiorando. Molti sono quelli che non hanno un lavoro e chi lo ha non è pagato.

 

 

SITUAZIONE MILITARE

 

Pressata da ragioni politiche ed economiche, la Bosnia Erzegovina non può mantenere l’attuale struttura delle Forze Armate delle Entità. (49)     Il bilanciamento militare delle forze tra l’Esercito Bosno–Serbo (VRS) e   l’Esercito della Federazione Bosniaca (VF), formato dalle due componenti Bosniaca e Bosno – Croata, rimane nell’ambito delle proporzioni concordate. Entrambe le Forze Armate stanno subendo un calo delle disponibilità finanziarie ed una diminuzione delle capacità operative e di combattimento. Nonostante l’apparente cooperazione su una comune politica di difesa, ciascuna Forza Armata continua a vedere l’altra come una potenziale minaccia nell’ambito di una mutua diffidenza che permane quale conseguenza della brutale guerra civile del 1992–95. La Bosnia conta fortemente sulle Forze di Stabilizzazione (SFOR) per garantire sicurezza e stabilità. I B-Croati pongono resistenza ad una completa integrazione nell’ambito dell’Esercito della Federazione, temendo che i Bosniaci possano dominare tutte le strutture integrate. Inoltre la continua assistenza esterna da parte della Croazia a favore dell’entità Bosno–Croata dell’Esercito della Federazione e da parte della Repubblica Federale Jugoslava (FRY) a favore della VRS, sebbene significativamente in declino , complicano ogni sforzo di unificazione. (50)     

I Bosno-Serbi ritengono che l’integrazione possa minacciare la sopravvivenza della Repubblica Srpska e preferiscono la completa demilitarizzazione (proposta all’Assemblea Nazionale della Repubblica Srpska dal deputato Gavrilo ANTONIC) ad ogni possibile forma di unificazione. Una rapida integrazione forzata condurrebbe,tra l’altro, alla realizzazione di una organizzazione non funzionale e potrebbe portare ad una sorta di legittimazione di formazioni paramilitari che sicuramente nascerebbero per dare sicurezza alle rispettive fazioni etniche. (51)     

La riduzione delle Forze Armate delle Entità é, comunque, un’ esigenza reale ed é   legata ad un duplice ordine di fattori :   

- procedere verso la realizzazione di Forze Armate numericamente meno consistenti ed in linea con le possibilità economiche del Paese per assicurare, da un lato una maggiore fiducia reciproca e realizzare dall’altra delle economie di scala utili al rilancio economico ; 

- consentire la riduzione graduale delle Forze SFOR sul territorio senza comprometterne il potere di deterrenza .

Occorre, tuttavia, risolvere alcune problematiche di fondo che ostacolano il processo di un reale cammino verso una maggiore fiducia reciproca .

E’ necessario definire la politica di difesa e sicurezza della BiH  e cercare di sciogliere il nodo sullo scopo del mantenimento di tre Forze Armate, in un Paese che é grande poco più di una media regione italiana. In sintesi occorre definire se le due (ma nella realtà esse sono tre) Forze Armate della BiH ed i TRE ministeri devono continuare ad essere mantenuti (anche con i soldi della Comunità Internazionale) per difendere la Bosnia o se devono essere tenuti pronti a difendersi dalle azioni intimidatorie o aggressive che possono venire da una Entità interna al Paese stesso .   

Le differenti componenti delle Forze Armate, anche se mostrano una propensione progressiva verso il dialogo, mantengono, tuttavia, una assoluta rigidità  in special modo da parte serba ed in minor misura dalla parte croata, verso la costituzione di Forze Armate unificate. Sembra poter essere considerata, come possibile, la costituzione di un Comando Multietnico a livello centrale fermo restando la suddivisione delle singole strutture legate alla diversa configurazione basata sulla differenziazione etnica. Ancora oggi, i vari organi politici stanno discutendo se i tre Ministri della Difesa debbono agire e decidere su base collegiale o se ciascuno di loro deve interessarsi della Forza Armata della propria etnia.  

Le recenti riduzioni che hanno portato ad un taglio complessivo del 30% delle forze, imposto dalla Comunità Internazionale, non sono state accolte con molto entusiasmo dai militari che hanno sostenuto, in tutti i modi, il mantenimento dello “status quo” per evitare lo scioglimento definitivo delle unità.

Nonostante gli aiuti ed il sostegno su progetti concreti da parte della Banca Mondiale, i militari hanno cercato fino all’ultimo di evitare simili decurtazioni facendo balenare il pericolo di disordini sociali a causa della disoccupazione che, già elevata, avrebbe subito un ulteriore incremento con il proscioglimento dei militari di carriera.

Occorre evidenziare anche il fatto che nonostante la Bosnia stia attraversando una situazione economica drammatica e che le distruzioni della guerra siano una catastrofe di notevoli proporzioni, i militari ritengono    di non dover essere impiegati, per sollevare le sorti del paese, in una ricostruzione che, secondo il loro parere, deve essere portata avanti dai civili. Così come pretendono di  essere pagati con una speciale indennità pari a circa 25 DM al giorno,oltre alla copertura assicurativa a garanzia di eventuali incidenti,  per eliminare le mine da loro stessi  seminate sul territorio .

Nello stesso tempo, mentre si lamentano per la carenza assoluta di mezzi finanziari per il mantenimento degli uomini e del parco, continuano a svolgere attività addestrative (soprattutto i serbi) con l’utilizzo di mezzi corazzati e sono pronti a chiedere il sostegno in carburante ogni qualvolta li si invita a svolgere dei lavori a favore della comunità civile della Bosnia.

La riduzione delle forze ,quindi, secondo la visione dei militari delle Entità, diventa una problematica di carattere sociale perché incrementerebbe la disoccupazione e quindi sarebbe da contrastare in ogni modo salvaguardando il mantenimento di tutte le unità e cercando di apportare dei tagli a pioggia su tutti i reparti. Altro modo subdolo e poco convincente di effettuazione dei tagli programmati é il passaggio delle unità in posizione « Quadro » o « riserva » . Bisogna, tuttavia, considerare che la capacità di mobilitazione delle unità e delle masse è ben sperimentata ed é ben diversa di come la intendiamo noi.   

Occorrerà, inoltre, mettere in discussione il numero delle Unità in « riserva » e degli armamenti accantonati, per abbassare la soglia del pericolo di possibili risvegli di violenza che potrebbero trovare una illimitata alimentazione nei depositi di armi munizioni ed esplosivi, il cui numero appare spropositato rispetto alle reali esigenze di qualsiasi pur ragionevole dimensione difensiva .

In sintesi, appare opportuno procedere, nel breve termine, ad un ulteriore taglio degli effettivi per consentire di raggiungere un numero di militari presenti alle Armi in linea con gli standard dei paesi occidentali ed in relazione alle reali possibilità del Paese.

 

EMIGRAZIONE.(52)

Allo stato attuale, a cinque anni dalla fine della guerra, la posizione geostrateciga e la situazione geopolitica hanno  contribuito alla formazione  di una sorta di traffico clandestino, attraverso il territorio Bosniaco, finalizzato al raggiungimento dei paesi dell’occidente Europeo.

Cio’ è confermato dall’elevato numero di clandestini, fermato dalla polizia della frontiera Croata,  durante il 1999, che risulta essere di 

9978 clandestini e di circa 12.000 nel 2000. (53) Nel 2000 più di 35.793 persone sono arrivate e più di 11.508 sono partite dall ’aeroporto di SARAJEVO

La differenza tra gli arrivi e le partenze é di circa 24.285 persone.

Si dovrebbe supporre che tali persone si siano fermate in Bosnia , ma la realtà é ben diversa. (54)

Ci sono due principali ragioni  che possono far comprendere perché la popolazione Islamica della Bosnia aiuta i „fratelli“  immigranti illegali provenienti dai paesi Islamici del Medio Oriente e principalmente dall‘Iran:

gli stretti legami tra i fondamentalisti islamici della  BiH ed i paesi Islamici che li hanno aiutati durante e dopo la guerra;

il sostanziale supporto che quei paesi forniscono ai fonfdamentalisti islamici della BiH nel loro sforzo per divulgare una radicale islamizzazione

 

CAUSE(55)

 

Nella lastrina sono elencati i   42  Paesi  per i quali non è prervisto nessun visto di ingresso.

 

Cinesi (56)

Gli emigranti cinesi non sono soggetti ad alcun visto di ingresso nella Serbia e nella  Bosnia, se possessori di passaporti diplomatici o ufficiali.

Alcune fonti affermano che 60.000 cinesi sarebbero già transitati e naturalizzati(assunzione della la cittadinanza Serba).

Questa manovra, non causale, è finalizzata alla destabilizzazione e all’incremento del  potere elettorale.

Iraniani e Turchi

 

Per questi non è previsto alcun visto di ingresso. Essi hanno la possibilità di rimanere in Bosnia o in Serbia per un periodo della durata di tre mesi  in posiszione regolare. Questi transiti durano soltanto pero’ pochi  giorni, in quanto l’organizzazione e l’esecuzione dell’emigrazione  viene  gestita  direttamente dal paese di orgine.

E ’ inoltre da sottolineare che risulta possibile reperire sul mercato nero passaporti croati, regolari, al prezzo di 500 DM.

CAUSE

 

Le cause sono da ricercarsi nelle  numerose organizzazioni per la gestione del transito clandestino esistenti nell’area.

Il costo di un viaggio completo di un emigrante, fino al suo arrivo in un paese Europeo, risulta essere di circa 3000-5000 DM,

Per attrversare la Bosnia bisogna spendere una somma che varia da 1000 a 1500 DM.

Il profitto di queste organizzazioni è di circa 5 milioni di marchi tedeschi all’anno.

(57)

 

Sulla  lastrina sono riassunte le tariffe dei visti delle ambasciate e dei consolati della BiH:

 

- visto di semplice ingresso, uscita e transito 40 DM;

 

- visto multiplo di ingresso e uscita per una permanenza fino a 90 giorni 70 DM;

 

- visto multiplo di ingresso e di uscita oltre i 90 giorni 90 DM.

 

Situazione geo-politica: cause di sviluppo ed incremento del  fenomeno

 

I confini del paese ricoprono un percorso di frontiera di  1.666 KM

la  presenza di fiumi e torrenti  raggiunge il 40% del territorio( Una, Save, Drina).

Inoltre, lo stesso è in prevalenza costituito da zone montagnose  di difficile sorveglianza;

Nel Paese risulta diffuso il fenomeno della corruzione della classe politica e l’esistenza di organizzazioni di carattere mafioso  legate alla corruzione  e al  facile guadagno.

COME? (58)

Tutti i mezzi sono buoni : vetture, camion,containers,taxi,battelli.

METODOLOGIE IMPIEGATE

 

 

TURCHI- IRANIANI (59)

L ’aeroporto di SARAJEVO accoglie il 90% dei viaggiatori in arrivo ed in partenza dal paese. In provenienza da ISTAMBUL via TEHERAN con voli regolari o charter , la Compagnia Ma-Han Airline assicura «3 voli regolari al mese con dei velivoli che arrivano pieni e partono vuoti.

I candidati all ’emigrazione hanno spesso previsto il loro viaggio verso l ’Europa ed hanno già pagato il traghettatore già alla partenza.Il loro soggiorno in Bosnia é molto corto , da 2 a 5 giorni e sanno già in quale albergo fermarsi in attesa del taxi o del traghettatore previsto.

CINESI (60)

Arrivano attraverso la Serbia .Gli emigranti attraversano la Repubblica  Srpska e passano , per la maggior parte , per il distretto di BRCKO,una minorità discende verso il Sud per raggiungere la costa Dalmata. Il passaggio più usato verso la Slovenia é generalmente costituito dall ’attraversamento della frontiera blu costituita dalla Sava a ORASJE (CQ 1989), SRBAC( XK 9897) et BOSANSKI DUBOCAC ( YK1497). In quasto comune la polizia ha censito circa 83 battelli destinati al traghettamento e delle capanne destinate ad accogliere gli emigranti nell ’attesa della notte. L ’emigrazione cinese privilegia un passaggio verso la Germania ,la Francia e la Gran Bretagna.(61)

In questa lastrina sono evidenziate nello specifico i percorsi clandestini noti e maggirmente utilizzati

L ’emigrazione  verso l ’Italia , passa per il Montenegro, via RS o il Sud e soprattutto l ’Ovest della Croazia.

 

Alcune intercettazioni di clandestini      nei vari mesi dell ’anno

 

       

 

 costituiscono la conferma a    quanto appena delineato. (62) (63) (64)(65) glI strumenti di lotta(66)

 

 

lo scopo principale  dello State Border Service (SBS), creato nel  giugno 2000, è quello di controllare l’immigrazione glandestina nel paese.

Al momento non vi sono ancora elementi di valutazione sull’efficacia di questo nuovo servizio.

Sui 432 passaggi di entrata lungo la fontiera, solo 40 sono riconosciuti dalla CAFAO (Custom and Fiscal Assistance Office) come punti di ingresso internazionali.

La nuova polizia finalizzata al controllo al momento  non ha raggiunto un grado di preparazione sufficente all’idoneo svolgimento del proprio compito istituzionale.

 

Analisi

- il  traffico illegale risulta essere in costante aumento e coinvolge  sempre più persone a causa del suo  facile guadagno.

- Il regime dei visti di controllo non risulta  soddisfacente, inoltre risulta difficile imporre una specifica regolamentazione a causa della mancanza dell’autorità dello Stato. Solo una solida pressione politica, destinata a preservare gli interessi dell’Europa, puo’ eventualmente modificare l’attuale situazione.

- La repressione non è abbastanza dissuasiva :

. per i traghettatori 1 mese di prigione;

. per l’immigrante una pena di una ventina di giorni di prigione prima di essere espulso. (67)

per quest ’ultimo la vera sanzione è costituita dalla perdita dell’investimento utilizzato per il viaggio in quanto, esso rappresentava la sola risorsa economica per organizzare l’arrivo della propria famiglia

CONCLUSIONE

Il transito dei clandestini non risulta essere un grosso   problema per le autorità  Bosniache, in quanto esso costituisce  una piattaforma di transito, al contrario, del tradizionale contrabando, per il quale lo Stato  subisce una perdita economica.

Questo traffico, risulta d’altra parte, essere un problema per l ’Europa che si trova nella condizione di dover accogliere i rifugiati.

Il fenomeno dell’emigrazione, anche se allo stato attuale risulta essere di difficile controllo, merita una specifica  attenzione e regolamentazione da parte  delle comunità internazionali.

Infine, come ho già accennato, non è da escludere che la NATURALIZZAZIONE e l’eccessivo afflusso dei cinesi, abbia uno specifico scopo politico ed elettorale.

 

CONCLUSIONI (68)

 

In Bosnia Erzegovina non sono molte le ferite architettoniche che appaiono rimarginate mentre rimangono ancora aperte e sanguinanti le ferite della disoccupazione, di una economia quasi inesistente, delle fabbriche distrutte, dell’ottusità politica di gran parte dei vecchi uomini di potere che non vogliono rinunciare a forme di radicalismo nazionalista.

Alcuni avvenimenti esterni ed interni offrono delle opportunità ed aumentano le prospettive di una possibile maggiore stabilità nella regione,ma gli stessi cambiamenti avvenuti in FRY e in Croazia ,non ancora completamente consolidati, si presentano come potenziali pericoli di ulteriori crisi regionali.    

In Bosnia si é raggiunto uno stadio decisivo. Ci troviamo di fronte ad un ventaglio di opportunità che potrebbero permettere di fare la differenza qualora si agisse in modo rapido ed aggressivo. Per un reale cambiamento in BiH é necessario che la Comunità Internazionale modifichi il suo atteggiamento e ponga in essere un approccio aggressivo alla ricostruzione definendo una strategia comune di intervento e la concentrazione degli sforzi su obiettivi sicuramente paganti in termini di sviluppo possibile del Paese.   (69)

Se si continuerà a procedere nello stesso modo si perderà questa opportunità e la BiH si assesterà su uno status quo politico con una economia sempre più in peggioramento e con una Comunità Internazionale che continua a perdere interesse.

Potrebbe essere arrivato il momento di rivalutare l’ « end state » per la BiH. La realizzazione di un paese moderno con gli standards previsti per le nazioni dell’Europa occidentale appare impossibile. Una più corretta visione potrebbe essere quella di fare della BiH un emergente paese dell’Europa orientale. Questa prospettiva consentirebbe un confronto più appropriato per giudicare il PIL, la disoccupazione, le strutture governative,la legge, l’ordine pubblico, ecc.. Un tale progetto potrebbe essere realizzato nel medio termine.      (70)

La BiH , purtroppo, dimostra la sua incapacità nel portare avanti da sola i cambiamenti politici , economici e sociali che sono sempre più urgenti. E ’ sintomatico che i media e ancora di più i normali cittadini richiedano un « protettorato »per la Bosnia Erzegovina.

I più ottimisti pongono tutte le loro speranze in nuove elezioni che potrebbero veramente rendere evidente i veri vincitori.

Nel 2001 il governo della BiH é obbligato a dimostrare alla Comunità Internazionale, come pure al suo popolo, il raggiungimento di risultati significativi nei settori istituzionali, politici , economici, sociali.

Secondo molti osservatori “o adesso o mai più” .

 

G.R.

 

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